Appena uscito dall’ostello alle 6.30 incontro immediatamente dei giovani spagnoli che stanno cercando di smaltire la sbronza della sera prima. Non capisco nulla di quello che biascicano ma appena scoprono che sono italiano mi citano Tonino Carotone. E’ un mondo difficile, vita intensa… il mio continuare la citazione li rende felicissimi, ma li saluto e proseguo il cammino.
Inizia a gocciolare leggermente. Il mio compagno continua a camminare lentamente riunendo tutte le sofferenze di questo mondo: vesciche ai piedi, ginocchia doloranti, polpacci induriti. Come un novello Cristo continua imperterrito la sua passione procedendo al suo passo. Decidiamo di ritrovarci all’albergue di Puente de la reina, con la clausola che se non arriva entro quattro ore dal mio arrivo mi devo preoccupare. Il sentiero verso Puente de la reina comprende l’alto del perdon. Lo guardi sulla mappa e noti una salita di 250m. Bazzecole dopo aver salito i Pirenei. Poi lo vai effetivamente a provare e scopri che e’ decisamente ripido e che la pioggerellina che e’ scesa finora l’ha reso fangoso e scivoloso. Armato del mio fedele bastone che mi fa sembrare Gandalf, affronto l’alto con fatica ma con successo, per arrivare verso le una a Puente de la reina, paese che deve il suo nome al ponte che si dice una regina abbia fatto costruire per permettere il passaggio dei pellegrini. A quel punto parte la ricerca del pranzo, resa piu’ difficile dal fatto che mi sono dimenticato che e’ domenica e che quindi e’ tutto chiuso. L’unico luogo aperto e’ un bar/forno in cui compro uno sfilatino che in ostello riempiro’ d’olio e un maritozzo. Doccia, lavaggio dei vestiti, un po’ di studio di analisi e qualche chiacchiera con la gente dell’ostello fino alle 17, ora in cui arriva il mio compagno, totalmente rovinato. Sara’ lui a diventare l’attrazione dell’albergue quando l’hostelero si mettera’ nella reception a bucargli le vesciche con ago e filo e a disinfettargliele col betadine, nel mentre altri pellegrini fanno foto alla situazione. La cena e’ un buffet a un ristorante con menu’ del pellegrino li’ vicino in una dozzina di persone di svariate nazionalita’. La serata si conclude in piazza con una birra a 1.50€ e la nuova conoscenza di due bestemmioni nel francese del Quebec (che non era proprio cio’ che mi aspettavo di imparare sul cammino).
certe cose avrei voluto nn leggerle!! iiiiiii 😦
ahahahahha 😛 😛 😛
ma il tuo amico è un Catorcio con la c maiuscola! Poveretto però, non deve essere bello trovarsi mille mila vesciche e sapere di essere solo all’inizio del cammino °_°
bello il cano gandalf
Scusa Cano eh, ma ello non ha fatto scorta di calzini e scarponi da guerra come te?
cano fagli comprare il voltaren massaggiando i polpacci e fagli fare stretching sennò gli rimane tutto l’acido lattico e soffre per un mese a sta parte
spiegagli che si, il potassio aiuta, ma che le banane le deve mangiare :D.
Hai studiato analisi? Che coraggio!!